legge sulla chiropratica

“Buongiorno dottore, volevo sapere se esiste una legge sulla chiropratica e se lei fa parte dell’albo dei chiropratici”. Così, qualche giorno fa, è iniziata la conversazione con un mio cliente, giustamente preoccupato di affidare la sua salute alle mani di un professionista serio e preparato.

Devo ammetterlo, essere approcciati in questo modo non è un boccone facile da digerire ma negli anni mi ci sono abituato e ho imparato che chi lo fa è spesso una persona molto intelligente e informata che sta semplicemente cercando di tutelarsi da “falsi chiropratici”. Si, avete letto bene: falsi chiropratici.

Nel nostro Paese la legislazione sulla chiropratica è ad un punto morto. Ad oggi non esiste un inquadramento o un corso di studi ben definito che regoli la professione. Chiunque attualmente potrebbe fregiarsi del titolo di chiropratico. Esiste una legge, che avrebbe dovuto regolamentare la professione del chiropratico ma, come spesso purtroppo accade, è rimasta incagliata nei meandri della burocrazia e non ha mai avuto un seguito.

Tale legge diceva:

E’ istituito presso il Ministero della salute, senza oneri per la  finanza  pubblica,  un  registro  dei  dottori  in  chiropratica.

L’iscrizione al suddetto registro e’ consentita a coloro che sono  in possesso di diploma di laurea magistrale  in  chiropratica  o  titolo equivalente. Il laureato in  chiropratica ha il titolo di  dottore  in chiropratica  ed  esercita le sue mansioni liberamente   come professionista sanitario di grado primario nel campo del diritto alla salute, ai sensi della normativa vigente. Il chiropratico puo’ essere inserito o convenzionato  nelle  o  con  le  strutture  del  Servizio sanitario nazionale nei modi e nelle forme previsti dall’ordinamento.

Il regolamento di attuazione del presente comma e’ emanato, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,  ai  sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988,  n.  400,  dal Ministro della salute.

Quando uscì questa legge molti colleghi pensarono che finalmente dopo anni di proposte presentate al Parlamento il nostro calvario fosse finito, ma purtroppo così non è stato. Recentemente una nuova proposta di legge sembra voler abrogare la legge del 2007.

Ma insomma, come si deve fare per essere sicuri di affidarsi ad un professionista qualificato? La mia risposta a questa domanda si basa su criteri utilizzati in altri Paesi come U.S.A., Canada, Svezia, Inghilterra o Danimarca, solo per citarne alcuni, dove la chiropratica è totalmente riconosciuta e regolamentata.

Nei sopracitati Paesi, un chiropratico deve innanzitutto aver frequentato un corso di laurea in un’istituzione accreditata. Le materie insegnate in questo corso di laurea sono sostanzialmente identiche a quelle impartite agli studenti di medicina dei Paesi Anglosassoni e anche la durata è pressoché identica. Il College o Università del caso deve essere riconosciuto da un Ente Nazionale verificatore a sua volta riconosciuto da uno Mondiale (World Federation of Chiropractic, W.F.C. in breve) accreditato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.).

Alla fine del corso di studi il chiropratico deve sostenere un esame di abilitazione per il Paese in cui intende operare presso la relativa Associazione nazionale.

In Italia ad oggi non esiste una scuola che soddisfi i requisiti sopracitati, pertanto tutti coloro che si sono “laureati” seguendo un corso in Italia troverebbero la porta chiusa nei Paesi dove la professione è ben normata e definita. Ecco quindi che per perseguire un corso di studi internazionalmente valido si deve andare all’Estero in una delle scuole di questo elenco.

In Italia esistono circa 300 chiropratici veri, dove per “veri” intendo coloro che hanno conseguito una laurea internazionale e che non avrebbero problemi a lavorare all’Estero. Molti chiropratici nella nostra Nazione appartengono o, come il sottoscritto, hanno fatto parte dell’Associazione Italiana Chiropratici (A.I.C.). L’appartenenza a tale associazione è però tuttora del tutto facoltativa.

Molti colleghi, per vari motivi, pur avendo un titolo valido hanno deciso di non associarsi all’A.I.C.

In conclusione l’unica regola valida è che il vostro chiropratico si sia laureato in una scuola appartenente a questo elenco.