Il contagio da citomegalovirus (CMV) in gravidanza è una cosa seria. Ogni anno, solo considerando il nostro Paese, circa 2000 neonati ne nascono già contagiati rischiando di sviluppare sordità e altri ritardi psicomotori.

Recentemente mi è capitato di leggere un’articolo in cui, grazie ad una ricerca tutta italiana, questo virus veniva praticamente sconfitto.

L’articolo comparso su Repubblica tuonava: “Citomegalovirus, il Sant’Anna scopre come prevenire l’incubo delle future mamme” e il sottotitolo incalzava: “Pubblicato sulla rivista internazionale EBioMedicine uno studio condotto con il San Matteo di Pavia su 9mila gestanti. Abbattuti da 9 a 1 i casi di infezione (responsabile di sordità e ritardi psicomotori) evitando tutti i contatti con la saliva dei bambini piccoli.

Parole d’impatto che contribuirono a gettarmi a capofitto nella lettura.

Leggendo l’articolo e confrontandolo poi con altre fonti si evince che la donna in gravidanza può ridurre del 90% il rischio di contrarre il CMV adottando delle semplici misure igienico-comportamentali.

Risultati fantastici, a costo zero e senza effetti collaterali! Ma andiamo ad analizzare meglio la ricerca effettuata.

Lo studio ha si coinvolto circa 9000 persone (8828 per la precisione), ma i soggetti ritenuti validi e utilizzati per la sperimentazione finale erano in realtà 646.

Dal punto di vista statistico e della validità: nulla da eccepire. Il protocollo utilizzato è stato molto severo, il che ha permesso di ottenere dati scientificamente validi e veritieri.

Le rimanenti 646 pazienti venivano poi divise in due gruppi.

Un gruppo veniva informato sulle misure igienico-comportamentali da adottare e l’altro, quello di controllo, non riceveva informazioni.

Alla fine della ricerca è emerso che la percentuale delle donne che avevano contratto il CMV era del 7,6% nel gruppo non informato mentre nel gruppo a cui erano state fornite le informazioni era solo dell’1,2%.

Certo abbiamo assistito ad una riduzione del contagio del 85% grazie alle misure adottate, ma comunque anche nel gruppo delle “non informate” l’incidenza è stata solo del 7,6%, mentre il 92,4% di esse non ha comunque contratto il virus! Perché?

Il punto a cui voglio giungere è questo: Non sarebbe più sensato cercare di capire perché la maggioranza (92,4%) è rimasta sana, anziché ricercare perché il 7,6% ha contratto il virus?

Ora i ricercatori potranno obiettare che è impossibile fare un tipo di ricerca scientifica valida di codesto tipo perché vi sarebbero troppe variabili in gioco, ma d’altro canto con il tipo di ricerca fatta attualmente, otteniamo solo delle “finte soluzioni”. Soluzioni che ci permettono di arginare il problema e non di risolverlo alla radice.

Uno dei più grossi limiti della ricerca è proprio questo: focalizzarsi sul problema. Così facendo si perde spesso di vista la soluzione.

In chiropratica ci focalizziamo sulla soluzione. Forse i metodi non sono sempre così rigorosamente inoppugnabili come quelli utilizzati dalla ricerca medica tradizionale, ma sicuramente abbiamo un approccio più “sensato”. Studiamo ciò che favorisce il naturale sviluppo della vita e non cosa ne causa la morte. La morte è semplicemente assenza di vita come il buio è assenza di luce. Cerchiamo di promuovere e favorire tutto ciò che ci fortifica e ci fa crescere sani piuttosto che pensare a cosa dobbiamo evitare per non contrarre disturbi e malattie. La malattia é sempre la risultante di una carenza di salute, un po’ come il buio è assenza di luce. Come non è possibile illuminare una stanza buia se non aumentando la luce, così è inutile cercare di raggiungere la salute evitando disturbi e malattie.

La chiropratica non si occupa della cura di alcun disturbo o patologia. La remissione di essi avviene semplicemente perché si aiuta il corpo a lavorare meglio come natura l’ha creato.

Il breve video sottostante, tratto da Patch Adams, riassume il tutto.

Bibliografia

Maria Grazia Revello, Cecilia Tibaldi, Giulia Masuelli, Valentina Frisina, Alessandra Sacchi, Milena Furione, Alessia Arossa, Arsenio Spinillo, Catherine Klersy, Manuela Ceccarelli, Giuseppe Gerna, Tullia Todros, for the CCPE Study Group “Prevention of Primary Cytomegalovirus Infection in Pregnancy” EBioMedicine.