Oggi si fa un gran parlare della panca ad inversione. Molte persone dicono di averne tratto enormi benefici dal suo utilizzo, altri asseriscono che sia una perdita di tempo.
Sebbene la panca ad inversione sia un macchinario relativamente moderno, le trazioni della colonna erano utilizzate già dagli antichi Greci.
Secondo Ippocrate lo Scamnum Hippocraticum, una specie di trazione vertebrale, era: “il metodo d’elezione per ridurre le fratture vertebrali e le fratture-dislocazioni”.
Varie forme di trazioni sono state utilizzate nel corso dei secoli. A tutt’oggi però la comunità scientifica non ha ancora espresso un parere univoco sull’utilità di questo strumento nella cura del mal di schiena.
Mal di schiena che, come abbiamo visto alcune settimane fa, è una realtà con cui quasi ognuno di noi dovrà confrontarsi almeno una volta nell’arco della vita.
Quando usare o non utilizzare la panca ad inversione?
Ritengo che la panca ad inversione possa tornare utile in tutti quei casi dove non vi sia una patologia conclamata della colonna (es. spondiloartrite anchilosante, artrite reumatoide, ecc.).
Coloro che soffrono di problemi discali, specialmente protrusioni discali, possono trarne sicuramente un sollievo. Stesso discorso per chi soffre di lombalgia acuta stando alle testimonianze di molti miei clienti.
Personalmente la utilizzo 2-3 volte alla settimana ed ho notato una maggiore mobilità della mia colonna pur essendo affetto da una vecchia ernia discale espulsa.
Il linea di massima devono invece astenersi dall’uso della panca tutti coloro che soffrono di problemi a livello cerebrale o respiratorio. L’utilizzo è altamente sconsigliato a coloro che sono affetti da riflusso gastro-esofageo o ipertensione. Anche in caso di gravidanza sarebbe meglio evitare di andare a testa in giù.
Lo strumento è inoltre assolutamente vietato in caso di cardiopatie in quanto la posizione che si va ad assumere sollecita ulteriormente il miocardio.
Pertanto il mio personalissimo consiglio è che questo strumento debba essere usato sempre e solo dopo aver avuto l’assenso di un esperto.
Come sapete il vostro chiropratico è ampiamente qualificato per indagare problematiche della colonna, quindi se tu o una persona a te cara volete sapere se la panca ad inversione potrebbe fare al caso vostro, chiamatemi oggi stesso sarò ben felice di aiutarvi.
Salve. Soffro di stenosi lombare, anterolistesi di primo grado e di ernie discali. Ho claudicatio intermitens con autonomia di 200 metri e tutte le altre sofferenze del mio quadro. Ho preoccupazione per i seri rischi di un intervento neurochirurgico ma poichè peggioro (ho 62 anni) penso che non potrò sottrarmi per avere una migliore qualità della vita. Le chiedo se la panca a inversione può aiutarmi ad alleviare in attesa di risolvere a livello chirurgico. Grazie.
Carissimo Umberto innanzitutto la ringrazio per l’interesse nei miei confronti. Sebbene la panca ad inversione possa risultare utile in molti casi, in presenza di patologie di origine vascolare o stenosi del foro vertebrale, potrebbe non essere indicata. Detto ciò, volendole fornire una risposta professionale e specifica, viste le patologie di cui soffre, avrei necessità di porle ulteriori domande. La invito pertanto a contattarmi telefonicamente senza impegno.
Slave, mi potete dire come va usata la panca ad inversione, quali sono i tempi la frequenza di utilizzo, la respirazione, premetto che ho una discopatia. Grazie
Salve Bruno,
In ambito medico vige la regola “primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare” pertanto nel suo caso, essendo già affetto da una discopatia, le consiglierei di farsi prima visitare da un chiropratico della sua zona e valutare insieme tempistiche e metodiche di utilizzo della panca.
Sperando di esserle stato di qualche aiuto, le auguro buona giornata.